Carlo Maria Martini: Le confessioni di Paolo






Potrebbe sembrar noioso parlare di religione in un mondo dove, solo apparentemente, quest'ultima permea i gangli del Sistema: preti in tv, predicatori ovunque, sette, santoni, anatemi e improperi gridati ad alta voce nelle piazze telematiche (perchè quelle fisiche sono deserte, ahimè!).

Purtroppo noi credenti siamo i primi che abbandoniamo ogni speranza di ricevere un'iniezione di positivià in tutto questo bailame mediatico.

L'incontro con questo libro può invece agilmente portarci al cospetto con due figure della Chiesa che ribaltano la confusione, pur vivendoci dentro, senza desiderio di fuga, dimostrandosi un esempio non soltanto per chi si sente cristiano, ma per tutti quelli che hanno voglia di cercare la Verità a cavallo del proprio limitato, umano, spirito.

L'Apostolo Paolo: prima della sua folgorante visione sulla via di Damasco quest'uomo era uno dei più grandi persecutori materiali della nascente comunità cristiana. Si narra, addirittura, che da giovanissimo fu soddisfatto testimone della lapidazione di Stefano, primo martire della Chiesa, reggendo i mantelli dei suoi assassini.

L'Arcivescovo Carlo Maria Martini: una vera e propria Istituzione non solo per il mondo culturale/teologico cattolico, ma per la città di Milano dove, ricordiamo, in tempo di profonda crisi fu l'unica figura a rappresentare il capoluogo lombardo (a lui diversi terroristi si consegnavano per farsi arrestare negli anni di piombo e a lui tutti facevano riferimento nel mentre le cariche politiche venivano azzerate dall'inchiesta di mani pulite del 1992).

Quindi, in tutte due i casi, così lontani nel tempo, abbiamo di fronte due testimoni veri, reali della vita di tutti i giorni, delle difficoltà dei propri anni, delle contraddizioni delle proprie società di riferimento. Una sicurezza per il lettore che vuole entrare vermanete nel cuore della Vita e non si accontenta di una visione superficiale, esterna, lontana dei problemi ad essa collegati.

Le Confessioni di Paolo è un testo del 1981, edito da Àncora, gentilmente fornitomi da papà Fermo, nato non tanto come saggio vero e proprio, ma come trascrizione delle meditazioni di un Corso di Esercizi spirituali che il Cardinale tenne in quegli anni, un testo quindi molto “parlato” e chiaro nei contenuti anche più ricercati.

Ovvio che San Paolo non ha mai scritto confessioni, ma Martini, suo grande appassionato, riesce a far parlare questo Padre della Chiesa in modo da raccontare (con brevi analisi delle sue Lettere soprattutto) il senso della missione dell'Apostolo, delle difficoltà incontrate, della gioia provata, delle delusioni subite e del cambiamento che questa importantissima figura ha subito dopo lo shock di Damasco.

Il testo nella sua intierezza è un vero e proprio “must” per chiunque si professa sinceramente credente, riuscendo oltretutto ad essere squisitamente contemporaneo nonostane siano passati oramai trent'anni dalla sua stesura.

Per chi invece non crede, magari affrontato a piccole dosi, può diventare motivo per conoscere un nuovo aspetto di quel Dio che, come detto sopra, viene spesso usato come bandiera per risse politche e mediatiche che ben poco hanno in comune con Lui.

Un Dio che attraverso Paolo dimostra che cambiare si può, che perdonare e perdonarsi in una nuova Luce si può e che in una prospettiva di trasformazione paziente e difficoltosa (il Santo capirà certe cose solo dopo quindici anni dalla sua potente conversione) è vero che Ladri e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio (Matteo 21,31).

Un libro che in centocinquanta pagine racchiude una vera e propria rivoluzione che fa tremare le fondamenta di una società perennemente in difesa, sconcertata e immobilizzata da un sentimento di paura.

Centocinquanta pagine che danno un coraggio proporzionato, realista e umile.

Un dono importantissimo oggi, veramente.

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