Ciccione, anzi, ciccionissimo e mortalmente pigro.
Questo è il personaggio principale delle avventure tinte di giallo di Rex Stout, una delle migliori penne poliziesche che gli Stati Uniti abbiano potuto partorire a cavallo tra i due secoli scorsi.
Una penna che è riuscita a legare sapientemente lo stile deduttivo anglosassone alla pragmaticità del giallo americano partorendo, come annunciato, il formidabile personaggio di Nero Wolfe, investigatore privato, tanto obeso quanto imbattibile nelle indagini e maniacalmente interessato alla botanica (unica passione, oltre la cucina, in grado di renderlo "oggetto semovibile").
"La cena era finita. Ed eravamo sistemati nello studio. Wolfe era seduto alla scrivania, adagiato allo schienale con le dita allacciate sul suo mausoleo di salsicce, gli occhi semichiusi".
L'immagine eloquente del personaggio è resa dall'autore tramite la voce di un'altra sua creazione che ricopre il ruolo del fedele e spassoso aiutante pronto a portare movimento dove il padrone assicura una rotonda staticità: Archie Goodwin.
In questa edizione targata "i classici del giallo Mondadori" entrano in scena ben due casi da risolvere, due storie che avranno come filo conduttore la presenza di preziosissime Orchidee Nere, piante che per il nostro Nero Wolfe probabilmente sono più importanti di qualsiasi forma di vita orbiti intorno alla sua ampia circonferenza.
E allora si passa da un omicidio misterioso in una fiera di botanica in Orchidee Nere, appunto, per finire nel vortice del misterioso avvelenamento di una facoltosa donna in Cordialmente invitati a incontrare la morte.
Due racconti onesti, veloci che mettono a nudo la grande capacità di Rex Stout di cucire sapientemente la cura dello stile e della storia in generale con uno spiccato senso dell'umorismo che donano al lettore il giusto bilanciamento tra la serietà di un caso poliziesco e il divertimento che rende assolutamente gradevoli le pagine lasciate alle spalle.
"Se Wolfe fosse un oggetto semovente e andasse personalmente in giro per posti, mi risparmierebbe un sacco di fiato, ma d'altra parte era per quello che ero pagato. In parte".
Però ricordate di non farvi fregare dalle apparenze.
Il rotondo Wolfe esce sempre vincitore.
Anche senza muoversi.
Sempre.
Questo è il personaggio principale delle avventure tinte di giallo di Rex Stout, una delle migliori penne poliziesche che gli Stati Uniti abbiano potuto partorire a cavallo tra i due secoli scorsi.
Una penna che è riuscita a legare sapientemente lo stile deduttivo anglosassone alla pragmaticità del giallo americano partorendo, come annunciato, il formidabile personaggio di Nero Wolfe, investigatore privato, tanto obeso quanto imbattibile nelle indagini e maniacalmente interessato alla botanica (unica passione, oltre la cucina, in grado di renderlo "oggetto semovibile").
"La cena era finita. Ed eravamo sistemati nello studio. Wolfe era seduto alla scrivania, adagiato allo schienale con le dita allacciate sul suo mausoleo di salsicce, gli occhi semichiusi".
L'immagine eloquente del personaggio è resa dall'autore tramite la voce di un'altra sua creazione che ricopre il ruolo del fedele e spassoso aiutante pronto a portare movimento dove il padrone assicura una rotonda staticità: Archie Goodwin.
In questa edizione targata "i classici del giallo Mondadori" entrano in scena ben due casi da risolvere, due storie che avranno come filo conduttore la presenza di preziosissime Orchidee Nere, piante che per il nostro Nero Wolfe probabilmente sono più importanti di qualsiasi forma di vita orbiti intorno alla sua ampia circonferenza.
E allora si passa da un omicidio misterioso in una fiera di botanica in Orchidee Nere, appunto, per finire nel vortice del misterioso avvelenamento di una facoltosa donna in Cordialmente invitati a incontrare la morte.
Due racconti onesti, veloci che mettono a nudo la grande capacità di Rex Stout di cucire sapientemente la cura dello stile e della storia in generale con uno spiccato senso dell'umorismo che donano al lettore il giusto bilanciamento tra la serietà di un caso poliziesco e il divertimento che rende assolutamente gradevoli le pagine lasciate alle spalle.
"Se Wolfe fosse un oggetto semovente e andasse personalmente in giro per posti, mi risparmierebbe un sacco di fiato, ma d'altra parte era per quello che ero pagato. In parte".
Però ricordate di non farvi fregare dalle apparenze.
Il rotondo Wolfe esce sempre vincitore.
Anche senza muoversi.
Sempre.
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