Esiste un certo voyeurismo di sfogo ultimamente: osservare ciò che non si conosce, ciò che ci fa paura, probabilmente ciò che si vorrebbe essere ma non si ha il coraggio di confessare... sognando, per esempio, di prendere una pietra e spaccare una vetrina, portare una maschera, agire, impressionare, dileguarsi, sentirsi onnipotenti.
Tra i soggetti di questa proiezione mentale ci sono di certo i "black bloc" che poi, propriamente, soggetti non sono essendo questo termine in verità un modus operandi, un modo di dominare la piazza in caso di guerriglia, una strategia da agire per massimizzare la distruzione, minimizzando le perdite.
E già per questo senso di "astrattezza" il libro del buon Franco Fracassi (giornalista e documentarista) parte in salita oltre (involontariamente) solleticare il prurito dei molti lettori italiani del vorrei ma non posso di cui sopra: come fai appunto a descrivere qualcosa che per definizione non esiste?
Cioè, capiamoci, le azioni portate in piazza dal "blocco nero" sono ogni volta più che reali, ma questo veloce libretto, infarcito di interviste anonime e testimonianze di repertorio, ci racconta che dietro queste azioni ci potrebbero essere tanto anarchici quanto ultrà di calcio, tanto "camerati" quanto poveracci delle periferie, oppure infiltrati della polizia, oppure infiltrati (soprattutto nei grandi summit) dei servizi segreti.
Quindi, davanti ad un'insalata russa di questo tipo, al lettore, o almeno a me, viene in mente che si circoli a vuoto per 143 pagine sulla stessa premessa nonché conclusione: io non so chi diamine siano i black bloc, ma voi non vi preoccupate che magari voltato pagina lo scopriremo assieme.
E poi le pagine finiscono però.
E ovviamente il tutto naufraga in un bel mare di analisi, anche interessanti, ottenute con molta e comprensibile fatica dall'autore, però prive di sintesi finale che ti fa dire ecco! Sono soddisfatto!
Questo testo, infatti, pur avendo un pregio assoluto, cioè quello di mettere sul piatto ordinatamente quello che fino ad oggi si sa (più o meno, manca il capitolo "primo maggio NoExpo", essendo il tutto stato pubblicato nel 2011), lascia l'amaro in bocca per una sorta di volo dell'ape di fiore in fiore senza arrivare ad una conclusione "focalizzata".
Perché se è vero che tutto aiuta a capire (Seattle, Genova, Grecia, le possibili infiltrazioni, gli apparati di Intelligence etc etc) come mi dicevano a scuola quando viaggiavo troppo con la fantasia: prendi una cavolo strada e percorri solo quella come si deve.
Sarà meno interessante, meno d'effetto, ma visto che già la tematica è scivolosissima, perché dare l'impressione di correre sul ghiaccio qua e là?
Vogliamo dire che tra i black bloc ci sono dei fascisti? Bene! Cerchiamo di incontrare questi "camerati" per capire che senso abbia scendere spalla a spalla con "zecche anarchiche" che oltretutto (parrebbe di capire dallo stello libro, capitolo dedicato alla Grecia) nelle settimane prima dell'eventuale manifestazione fanno sopralluoghi e si coordinano tra di loro.
Vogliamo dire che i black bloc sono guidati dai "poteri forti" per far naufragare ogni tipo di protesta? Bene, cerchiamo di infiltrarci il più possibile negli ambienti "vicini" per capire se vi siano i termini per usmare l'eventuale giro di soldi, ordini, comandi da regie occulte (come traspare da diversi passaggi del testo).
Voi direte eh ma tu chiedi la luna da un libro, "esatto" io vi rispondo!
Se non altro perché di teorie del complotto, di analisi "dubbiose", abbiamo riempito la narrazione "a posteriori" di qualsivoglia Movimento politico "extraparlamentare" degli anni '70. Potremmo, quindi, questa volta, essendo pane delle nostre piazze, ora, qui, adesso, evitare di gettare un alone di mistero anche sul fenomeno "black bloc"!
Perché l'impressione è che, a parte gli elementi in trasferta (poco studiabili), chi si applica nello stile "black bloc" nelle nostre piazze sia ben radicato, in maniera clandestina ovviamente, nelle nostre città, negli spazi politici più antagonisti che, almeno a Milano, sono tutti ad un tiro di schioppo da Piazza Duomo.
Insomma, sono ragazzi e ragazze con i quali condividiamo bus, metro, file al supermercato, attrezzi in ciclofficina, tavoli di discussione interni alle associazioni di quartiere....
Insomma, questo libro è anche molto leggibile, capiamoci, lo posso anche consigliare, anzi ringrazio per lo sbatta il buon Franco Fracassi che di certo ci avrà messo anni per scriverlo, ma lo regalerei solamente a chi vuole un'infarinatura generale, senza entrare nel particolare.
C'è ancora tanto da scrivere.
C'è ancora tanto, soprattutto, da sfatare.
Sono tra noi. Credetemi.
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