PCOfficina: l'Area 51 di Milano (per tutti)




"La prima regola del fight club è che non si parla del fight club" diceva un romanzo e a ruota ripeteva un famoso film. Questo potrebbe essere l'incipit perfetto per la storia che vi sto per raccontare, in una Milano settembrina quando il caldo non ha ancora traslocato dal cemento strisciato di pneumatici.

Mi trovo solo. Mi trovo dove dovevo trovarmi. Via Don Minzoni 11, nel nulla, periferia nord milanese, zona bovisasca, tra un grosso campo di calcio in sintetico, una donna incinta in vestaglia (enigmatica) e un grosso cantiere dalle lucine rosse brillanti e le ruspe silenti.

Arrivo in orario, 21.00 e fuori dal portone blindato con me c'è un altro ragazzo dall'accento teutonico. Con lui entrerò in un mondo strano ma dannatamente affascinante chiamato PCOFFICINA, un presidio che dall'alto di un soppalco, in questa discoteca semiabbandonata, si prodiga nell'evangelizzazione delle masse, perlopiù sonnolente, sull'uso virtuoso del personal computer, sul riutilizzo di vecchie macchine per non inquinare (e risparmiare) e sulla diffusione della filosofia del software libero.

Capiamoci, nulla di così elitario, semplicemente il vecchio e oramai diffusissimo schema di una tipica CICLOFFICINA mutuato, rivisto, corretto ed implementato per essere adattato all'informatica. Vieni, fai, impari, condividi. Facile e bello.

Ma andiamo per gradi, eravamo ancora fuori dal cancello.

Già da questo punto, infatti, la serata si preannuncia come veramente gustosa: i ragazzi di PCOFFICINA, non avendo disposizione un citofono (a cosa serve se infondo è ancora in funzione il mitico spioncino da gorilla buttafuori, sì quello delle parole d'ordine per intenderci...) si sono creati un campanello wireless che tranquillamente rimane attaccato al muro con del semplice nastro adesivo.

Immaginate la mia faccia nel vedere il ragazzo che aspettava con me, staccare il dispositivo dal muro e, perchè non funzionante, spostarlo qua è là sulla parete e sul cancello in cerca della posizione di trasmissione corretta. Una scena che potrebbe essere paragonabile al viaggio nel mondo ACME dove Roger Rabbit spostava le porte semplicemente staccandole da una parete e piazzandole altrove.... sono rimasto a bocca aperta.

Poi si entra, due luci al neon accecanti ci ricordano che la discoteca è ancora una realtà nell'anima di questo capannone dove, salita una rampa di scale, si incontra una stanza, creata con dei pannelli di truciolato, dove PCOFFICINA ogni giovedì sera si ritrova puntualmente.

Tra pareti piene di vecchi rottami digitali (trashware) e scatole piene zeppe di pezzi smontati funzionanti, mi accoglie un gruppo di dieci ragazzi che ben presto, dopo le presentazioni di rito, si rimettono a fare ciò che fanno praticamente ogni settimana: c'è chi rimette in sesto vecchi PC da destinare a progetti sociali, c'è chi testa una distribuzione Linux dedicata al mondo dei bambini per vedere di ampliare l'utilizzo di Linux anche alle famiglie, c'è chi beve birra e chiacchiera (una delle attività preferite del gruppo) e c'è chi analizza i macchinari che spesso le aziende recapitano, in massa.

L'aria che si respira è cordiale, simpatica e creativa: su di un pannello che funge da parete si trova un computer-quadro... in poche parole una macchina "nuda" senza case, attaccata su di una piastra, simil quadro... come se fosse una creazione di arte moderna che oltretutto se connessa ad un monitor fa il suo dovere.

Un po' creativi, un po' cazzari, un po' hacker in un capannone che sembra uscito da un episodio low-budget di Prison Break o dal finale di Ace Ventura, quando viene scoperto che Ray Finkle è un uomo.

Se poi si aggiunge che il fine della loro attività è sempre culturale (migliorare il Sapere digitale) e anche sociale (aiutano spesso il terzo mondo e in generale comunità bisognose con PC rigenerati), questi piccoli, grandi informatici diventano meglio del sopracitato Acchiappanimali.

Anche se in questo capannone una Chevy Monte Carlo hard top con il parabrezza infranto andrebbe perfettamente... anche se verrebbe riparato dopo due secondi... ovviamente.

21.00 ogni giovedì sera.
Ritornerò?
Eeeeeeeh puntualissimo (.cit)

Commenti

  1. Bel post !
    Mi spiace solo che di non esserci stato quel giovedì

    Paolo

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