De/Vision: Best Of






Di solito azzeccano mediamente tre canzoni su sette, ma quando ci pigliano è innegabile che il risultato è stupefacente: signori e signore la fenomenologia dei tedeschissimi De/Vision secondo il mio modestissimo parere (applausi).

Praticamente sconosciuti, se non forse ai fans più accorti dei Depeche Mode per un particolare di tutto rispetto, cioè che sono forse i migliori figli illegittimi della storica band inglese dalla quale colgono moltissimo in termine di vocalità e di ritmi sinteticamente danzanti.

Ho scelto di rappresentarli prendendo una scorciatoia semplice semplice. Questo Best Of De/Vision è un lucido affresco della carriera del duo teutonico (fu quartetto agli albori nel lontano 1988) è ci accompagna tra singoli e remix in una carriera in costante evoluzione.

Punto a sfavore dei nostri: non riuscire a tenere sempre il ritmo in tutte le tracce dei loro album inanellando, come già detto, mediamente tre tracce veramente strappa applausi per album (almeno quelli che ho potuto ascoltare) in un background complessivo invece di canzoni che né colpiscono né lasciano con l'amaro in bocca.

Comunque ovviamente, rispetto ai dieci album pubblicati, la tracklist di questa raccolta mancherà di diverse altre perle, ma non possiamo che levarci il cappello davanti a capolavori del calibro di Foreigner, Love will find a way (dall'acceso retrogusto depechemodiano), la bellissima I'm not dreaming of you che fa il paio con Still Unknown, forse la canzone più bella scritta dai De/Vision.

Per completare il quadro aggiungo due tracce non incluse nella raccolta in quanto uscite nel loro ultimo album, Popgefahr. Stiamo parlando della danzerina Rage e della ben riuscita What's love all about, semplicemente capolavori di "architettura synthpop" con ritornelli solidi, orecchiabili, testi ben legati con la musica, non banali e una capacità di smanettare con gli effetti di tutto rispetto.

Non per niente sono in giro dal 1988.
E non hanno nessuna intenzione di fermarsi, pare.
Bella scoperta!

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