Planet Funk: The Illogical Consequence





Cerco da non poco ciò che può legare il sentimento dell’umano vivere al respiro binario delle macchine: unire la musica della tradizione contemporanea con i suoni sintetici senza scadere in un prodotto utile solo a cultori delle discoteche o per artisti che perseguono ad ogni costo la via del “non sense” più astratto.

Amo le melodie fredde del suono sintetico unito al calore degli strumenti. Cerco e ricerco, ma poco di quello che ho trovato soddisfa la mia avventura musicale.

Oggi, dalle nebbie del passato neanche troppo remoto, ecco che tiro fuori un album degli italiani Planet Funk, gruppo arrivato alla ribalta con il singolo di successo “Who said”. Un successo commerciale che però, come molto spesso succede, non dà completa giustizia alla loro musica che invece è molto più a tuttotondo (pur non abbandonando mai i lidi del tipico prodotto per il grande pubblico, ovviamente).

The Illogical Consequence è una perla che lega il tipico soft-rock anglosassone (e chi direbbe che invece sono dello Stivale…) alla tradizione più sincera dell’electro-rock. Ambientazioni soffuse e ritmo danzante, il grigio della tecnologia futuristica con i sentimenti più vivi del cuore umano.

La mia ricerca continua.
Ma di quest’album non si può che essere soddisfatti.
Provare per credere.

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