La nostalgia costa trenta euro




Sono un fottuto nostalgico e non cambierò mai… così cantava il Signor Rezza Capa. Così Coluichenonsaleggere si sente, da molto tempo.

Un chiodo fisso per me è quello di poter riassaporare le epoche felici della mia esistenza (o di quella altrui). Amo prendere pezzi di storia condivisa per metterli sotto vuoto, gelosamente, in un gesto che di collezionistico ha ben poco e che va più vicino a quel sentimento chiamato “nostalgia oggettistica” di limitiana memoria.

L’ultimo batticuore l’ho avuto andando su Ebay, errore grossolano per uno che soffre della mia malattia. Ho digitato le parole che secondo me racchiudono uno dei capitoli vitali della storia dell’industria videulica, un'industria che rende felice il genere maschile da oramai decenni.

Resident Evil, il nonno del genere “survivor/horror”, praticamente come nuovo. Qualche graffio non può spegnere di certo la passione che ebbi nell'incontrare per la prima volta questo titolo. L'unico videogioco che metteva i brividi e ti faceva saltare sulla sedia (maledetto zombie che usciva dall'armadio, me la pagherai!).

Ma è una sofferenza: è giusto spendere trenta euro per mettere su di una bacheca un qualcosa che poi non si usa, solo per il gusto di possederlo?

Io non ho una risposta, ma non so come andrà a finire.

Beh, comunque, se qualcuno leggesse e avesse il titolo chiuso in qualche scatolone (in condizioni quantomeno discrete) e volesse vendermelo a meno di trenta euro risolveremmo il dilemma.

Male detta nostalgia, per soli trenta euro...

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