La chiave del potere






Che bellezza: pochi si soffermano a riflettere sulla natura di una chiavetta USB.
Al tatto plasticosa, figlia di sapienti studi su circuiti elettrici, dotata, a seconda della versione, anche di un comodo nastrino per poterla attaccare ovunque.

Ma oltre il tatto e la comodità c'è altro, ciò che dentro ci mettiamo: il prodotto di ore e ore di lavoro, di meningi spremute nell'intento di produrre del non senso (arte) che sia sensato (arte da presentare al pubblico). Tutto in gualche grammo di blastica e qualche centimetro di fili conduttori.

Ho un libro, centoventi poesie, magari addirittura un film su chiavetta.

Pensiamo ora a solo dieci anni fa o venti. Un libro era obbligatoriamente portato in uno zainetto, centoventi poesie erano contenibili in una cosa come sessanta fogli, un film addirittura era su VHS o su pellicola con tanto di pizza di ferro.

Oggi un piccolo pezzo di plastica e qualche circuito trattiene ciò che pochi anni fa era classificato come scomodo: devo lasciare giù i libri prima di venire da te, devo riportare il film al noleggio, devo ricordarmi di non stropicciare le sessanta pagine di poesie da spedire alla casa editrice.

Un semplice pezzo di plastica e i suoi circuiti.
Una vita che cambia.
Che bellezza.

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