NWA, sapore d'antico



Blue Demon Jr - campione del mondo della NWA


Ci sono stati momenti qui in Italia dove si parlava di nient'altro che del wrestling. Tutti sapevano tutto delle prodezze carismatiche di Hulk Hogan (che però quasi sempre veniva ricordato come "quello biondo, con i baffi") e poi, nel sucessivo ritorno di fiamma, tutti volevano vedere il funambolico Rey Mysterio (che ovviamente veniva additato come "quello con la maschera").

Nel prima e nel dopo: silenzio.

Essere appassionati di wrestling è una cosa non comune nella nostra penisola. A ragione viene visto come uno sport-intrattenimento e quindi incapace di ricevere quelle attenzioni date ad altri fenomeni mediatici.

E' tutto finto, però poi vado al cinema.
Non se le danno per davvero, e poi mi guardo i film di Bruce Willis.

Medicina per la massa che critica: sedetevi e staccando il cervello (il mondo tanto sa perfettamente cos'è il wrestling) godendovi lo spettacolo come se foste a teatro o al cinema (dove sfido chiunque ad alzarsi e puntare il dito verso il palcoscenico urlando "è tutto finto").

Dopo questo preambolo più o meno dovuto, parliamo di wrestling poco conosciuto, cioè il novantanove per cento del prodotto mondiale. Infatti se non si calcolano le registrazioni messe in piedi dalla WWE (World Wrestling Entertainment, un tempo WWF) e dalla poco conosciuta in Italia TNA (Total Nonstop Action), il resto rimane rinchiuso nei meandri dei siti, affidato spesso allo streaming su televisioni locali o proposto solo tramite DVD's.

Oggi facciamo però un piccolo salto indietro nel tempo e andiamo a conoscere una delle federazioni storiche statunitensi, la National Wrestling Alliance (NWA).

Operativa dal 1948 negli anni ha avuto alti (molto alti) e bassi (molto bassi). In lei sono nati, come stelle, gente del calibro di Ric Flair e Sting.

Il modello iniziale che contraddistingueva questa federazione era quello del consorzio. E allora ecco che ogni stato, ogni territorio, aveva la sua sede NWA (la stessa ECW, prima di diventare Extreme Championship Wrestling era la Eastern Championship Wrestling, affiliata di Philadelphia al circuito NWA).

Le cinture massime erano uniche (c'era infatti solo un campione del mondo, per esempio), poi, sempre territorialmente, ogni federazione consociata poteva sviluppare le proprie cinture e i propri talenti.

Il modello regionale però entrò in declino negli anni '80 quando le prime videocassette e la tv-via-cavo iniziarono a rendere scomodo un circuito federale così separato e quindi si optò per unirsi e fare uno show televisivo unico, insieme, che passò sotto il nome di Pro Wrestling Usa.

Il resto degli anni '80 può essere raccontato a punti:

- Jim Crockett Jr (proprietario della NWA Charlotte) comprò le federazioni territoriali dei suoi consociati e tentò di fare una federazione unica.

- Vince McMahon (sempreverde proprietario della WWE che tutti oggi conosciamo) intanto era già uscito dal suo territorio settentrionale e con un ambizioso progetto aveva reso la sua WWF (World Wrestling Federation) un fenomeno nazionale. Doveva essere fronteggiato sul mercato dalla NWA, a tutti i costi.

- Jim Crockett fallì nell'impresa di competere contro i soldi dei McMahon e quindi vendette la sua NWA a Ted Turner, barone dei media e proprietario multimilionario del canale televisivo CNN, che cambiò il nome della federazione in WCW (World Championship Wrestling).

Il resto è storia, la WWF dei McMahon e la WCW di Turner si sfidarono a suon di share (e colpi di scena) creando quello stupendo periodo chiamato Monday Night War, la guerra del Lunedì sera, giorno in cui i loro due spettacoli, simultaneamente, andavano in onda su due canali differenti, gareggiando all'ultimo spettatore.

All'inizio del nuovo secolo, come avvenne per l'iniziale avventura di Jim Crockett, anche la WCW di Ted Turner cadde in disgrazia economica e venne comperata questa volta proprio dal suo concorrente, Vince McMahon. che diede la forma finale a quel colosso di federazione che oggi tutti noi conosciamo.

Ma la NWA esisterà ancora? Vi chiederete. Certo che sì. Dopo i fasti degli anni '90 è tornata alle radici producendo quello per il quale era un tempo nata: wrestling territoriale.

Ed ecco allora che ho scoperto, tramite diversi appassionati (più appassionati di me) che oltre alla WWE, oltre alla TNA (che vorrebbe prendere quel posto lasciato vuoto dalla WCW di Ted Turner) e le altre federazioni minori che vanno un po' più di "moda" (ROH su tutte), esiste un "mondo NWA" molto interessante.

Ovviamente ci sono da fare delle precisazioni: dimenticatevi i grandi nomi (il tempo delle stelle NWA è finito) e dimenticatevi pure le immense arene con effetti speciali hollywoodiani (infondo, come detto, stiamo parlando di un movimento territoriale).

Quello che si vede è un ritorno alle radici del wrestling anni '80/'90: uso massiccio dei "personaggi" (la guardia dell'immigrazione, il lottatore mascherato, il rockettaro...insomma come quando eravamo bambini e vedevamo "il poliziotto", "l'uomo pappagallo" e così via), la presenza di una correttezza nel prodotto (mi pare di non aver sentito parolacce...e un mio amico, che andò a combattere per loro, ne sa bene qualcosa, visto che ricevette una salatissima multa per un gestaccio durante un match).

Lo show che ho scoperto si chiama NWA SHOWCASE, tredici episodi registrati per la televisione (sempre perseguendo il concetto, mai abbandonato, di riunire le territorialità).

Per l'innumerevole offerta locale vi rinvio a codesto blog che ha sulla parte destra della home page il link ad ogni show delle varie federazioni consociate.

Il resto è tutto vostro: sedetevi e godetevi lo show.
It's show time...territorialmente parlando!

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