Giù al nord






Ribaltare la propria visione delle cose: un'esperienza che però spesso rende la vita decisamente migliore, per ciò che s’impara di nuovo e per ciò che di vecchio e giusto si rafforza nel nostro spirito.

Come in Italia il nord visto da sud è un miscuglio di nebbia, freddo perenne e cucina povera (per questo quando si scende in meridione ti trovano sempre un po’ sciupato), anche in Francia la Bretagna non è proprio il posto per chi è in cerca di calde spiagge da frequentare in pausa pranzo.

E invece no, trasferito al nord, tra gente che tutti (gli altri francesi) dicono essere strana (a partire dal loro accento e dalle loro espressioni…vacca puzza) e quasi retrograda. Non c’è speranza per questo impiegato delle poste. Macchina, valigia, famiglia che rimane a casa (ovviamente) e via verso il settentrione.

E poi, e poi si scopre che tra immani risate (noleggiatevi un’ambulanza se siete di salute cagionevole, altro che influenza) e piacevoli intermezzi (c’è anche posto per l’amore ritrovato) quando uno straniero viene a vivere al nord, raglia due volte: quando arriva e quando riparte.

Una commedia tutta francese che ha ben da insegnare ai compari d’oltralpe (noi) il gusto di creare un film leggero ma non banale. Una ventata di risate che per forza non ripiega sui tipici frizzi e lazzi conditi da donne nude e parolacce.

Una commedia che vi farà sgorgare lacrime dall’inizio alla fine, sia per gli spasmi delle risate (avete chiamato l’ambulanza?), sia per il racconto di vita che simpaticamente scivola nelle maglie di una storia ben congegnata e portata avanti.

Un film assolutamente im-per-di-bi-le!
Vacca puzza.

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