Alborosie - Escape From Babylon






Non sono un rasta, non fumo e non sono mai stato un intenditore del variegato mondo musicale che discende dal Reggae. Riuscirò a scrivere qualcosa di sensato a proposito dell'ultima uscita del cantante siciliano Alboroise? Non ne sono sicuro, ma lo faccio.

Prima di tutto un punto a favore, il coraggio: al secolo Alberto D'Ascola ma conosciuto prima come Stena (Reggae National Tickets) e poi come appunto Alborosie ha deciso, ad un punto della sua vita musicale (ma non solo), di prendere baracca e burattini e trasferirsi in maniera fissa in Giamaica, per imparare meglio il significato di fare reggae, lui, bianco, in una terra dove il bianco è forse ancora il colore del colonialismo e il nero è il vero elemento cromatico legato alla cultura Reggae.

Con il sudore, stringendo i denti e producendo ottima musica Alboroise oramai è rispettato e richiesto su quella lontana isola e anche (credo) abbastanza ascoltato e seguito nella nostra penisola.

Escape From Babylon è il secondo disco edito come solista (ne incise in patria sei con i Reggae NAtional Ticket) e direi che mantiene ogni promessa aperta dal suo debutto in solitaria nel 2008 con Soul Pirate: reggae squisitamente confezionato, un prodotto con tutti i crismi del caso.

Ripeto, non sono uno specialista del genere, ma canzoni come Irusalem, One Sound o la più ballabile Mama She don't like you sono pezzi che rimangono alla grande nella testa fornendo quella tranquillità e quella spensieratezza che praticamente solo il Reggae può garantire.

Complessivamente, forse, l'album poteva essere fornito anche di meno canzoni evitando un po' quello strano senso di disperzione che ho provato ascoltando questo Escape from Babylon. Ma ovviamente, almeno per i culturi e i fan di Alborosie, più ce n'è e meglio è.

Sedici tracce per un carismatico personaggio (a torto poco pubblicizzato qui nella penisola) della scena musicale oramai internazionale: escaping from Sicily, escaping from Italy, escape from Babylon.

Ottimo.

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